Trentingrana
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Trentingrana

solo con latte di montagna

Risale al 1926, frutto di un incontro tra un casaro di Rumo e una ragazza di Mantova, l’inizio della storia di questo formaggio che nel disciplinare rispecchia tutta l’attenzione che il Trentino rivolge alla qualità della produzione casearia, tale da far parte della D.O.P. del Grana Padano, pur avendo un disciplinare di produzione molto più restrittivo. 

Se il formaggio grana italiano è di per sé un’eccellenza, quello Trentino ha sicuramente una carta vincente da giocarsi: la qualità del latte con cui viene prodotto che deriva dalla qualità dell’ambiente in cui vengono allevate le mucche, dalla stalla al pascolo.

Il clima, l’ambiente salubre, l’ottimo foraggio di montagna, l’esclusione di ogni tipo di insilato e mangime geneticamente modificato, la presenza di piccoli e medi allevamenti a gestione familiare, consentono ancora oggi di aver un latte di ottima qualità e di produrre, in diverse zone del Trentino, un formaggio grana che si distingue per le sue caratteristiche di salubrità, gusto e aroma, oltre che per una lavorazione a latte crudo. Sedici sono i caseifici consorziati a Concast (Consorzio Caseifici Trentini) che lo producono ed osservano il rigido disciplinare di produzione che lo ha reso un formaggio DOP. Noto per il suo sapore unico e per le sue proprietà nutrizionali, è disponibile in diverse stagionature: 18, 24, ed in alcuni periodi anche il 36 mesi.

Con il solo latte di alpeggio si produce in alcuni caseifici la versione di malga, detto Trentingrana magengo, che è diventato un Presìdio Slow Food con la sua stagionatura minima a 18 mesi.